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LA NEBBIA AGLI IRTI COLLI
Incontri, letture, atelier per omaggiare Giosuè Carducci a centonovanta anni dalla nascita
“La nebbia agli irti colli….” è uno degli incipit poetici più noti della storia della poesia, soprattutto di quella destinata ai più giovani. “San Martino” è sicuramente la poesia più conosciuta di Giosuè Carducci e molti di noi ci sono sicuramente incappati sui banchi di scuola. Noi delle “passate” generazioni perché oggi è forse meno frequente l’incontro con i classici della poesia a scuola, soprattutto con quella che si rivolge ai più piccoli.
Insieme alla Biblioteca Città di Arezzo quando ci siamo incontrate lo scorso anno per programmare le attività, avevamo ipotizzato, sulla scia dei progetti dedicati a Francesco Petrarca, a Dante ed alla poesia in generale, ci potesse essere una sensibilità da parte dei genitori e dei bambini per la parola poetica. Ed effettivamente così è stato anche nel caso di Carducci e dei laboratori ispirati a “San Martino” ed alle atmosfere autunnali che hanno avuto una grande partecipazione di pubblico, tra grandi e piccoli.
Le attività proposte si sono svolte nel fine settimana 27 e 28 settembre, il primo fine settimana autunnale e si sono trasformate in una sorta di rito, di festa collettiva in cui sono stati coinvolti grandi e piccoli nel l’omaggio ad uno dei più grandi autori del nostro paese, il primo italiano a ricevere il Premio Nobel per la letteratura nel 1906.
Con i più piccoli abbiamo lavorato a partire da “Se fossi un fungo” di Gaia Stella.
“Se fossi un fungo, vivrei ovunque, e sarei bravo a giocare a nascondino.
Sarebbe difficile sapere dove sono. E tanto più, cosa sono.
Se fossi un fungo, come prima cosa, dovrei scegliere quale.
Tondo? A punta? Maculato? Velenoso? Doppio? Schiacciato? Lungo?.”
Un laboratorio poetico che ci ha fatto scoprire una delle creature più affascinanti della flora del bosco e scegliere ognuno quello che ci somiglia di più.
Con i bambini dai 6 ai 10 anni il libro che ci ha ispirato è stato “Sam e Mimosa. Missione letargo”, Gallucci, oltre che la lettura di una poesia di David Almond contenuta ne “La storia di Mina” abbiamo realizzato delle poesie della buonanotte a ricalco per augurare buon letargo ad orsi, ghiri, puzzole, marmotte, tartarughe, serpenti etc.
Che cosa è esattamente il letargo? E che cosa fanno gli animali mentre si riposano? Chissà cosa sognano… Il laboratorio è stata un’occasione per scegliere il proprio animale guida e per scrivergli una canzone della buonanotte in versi per il suo lungo riposo.
E poi è stata la volta del“Museo delle foglie cadute” con la nostra Ilaria Gradassi.
Un laboratorio, un happening, un momento di condivisione pensato per ogni età per festeggiare la poesia. Letture, osservazione della natura ma anche libertà di immaginazione.
Un evento tout public, uno spazio di ricerca e condivisione per realizzare un museo collettivo che racconti l’autunno con parole e figure.
Un incontro per uscire fuori, portare la biblioteca, gli adulti e i bambini fuori, per le vie della nostra città, nello specifico è stato utilizzato lo spazio di fronte alla biblioteca, attiguo a “Il praticino”.
Tutti gli incontri hanno raggiunto il massimo degli iscritti e questo significa che abbiamo trovato tanti compagni di viaggio lungo la strada della poesia.




